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Montegabbione

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Frazioni e località: Castel de’ Fiori, Montegiove, Faiolo.
www.comuni-italiani.it/055/020/

IN CITTÀ

Castello di Montegabbione

Il Castello di Mantegabbione (fondato intorno all’anno 1000) deve considerarsi il primo nucleo del paese. Tale costruzione denota lavori di rifacimento che ne hanno alterato le strutture originarie, come si vede dai muri esterni che recano tracce di finestre aperte e chiuse variamente. Da notare architravi di finestre e porte in pietra morta di Montarale, i resti di supporto di un balcone d’angolo guardante verso la Toscana, ed il calatoio (specie di condotto murale esterno) che, probabilmente, era un passaggio supplementare di sicurezza verso la macchia. I lavori di restauro hanno rimesso parzialmente in evidenza anche una specie di cortile interno del castello. Al castello si affiancano costruzioni, (oggi completamente rinnovate), che sono da considerarsi il suo naturale prolungamento, quali le case Vergari, Saravalle e il blocco che comprende l’attuale Municipio e le case tra le quali quella Frasconi che è prospiciente la piazzetta della torre e dove si puo osservare un finestrone ed un portale che, probabilmente, sono di epoca tardiva (1700).
Da www.comune.montegabbione.tr.it

Torre di Montegabbione

Risale probabilmente al sec. XV. Essa è di chiara impostazione architettonica militare; ha il basamento a tronco di piramide; è costruita con pietra viva martellinata e squadrata, con strette feritoie. Sul culmine della torre, una serie di merli isolati sembrano rivelare l’esistenza di un frontone aggettante ora scomparso. Tuttavia l’altezza e la merlatura della torre non sono probabilmente quelle originali, poiché rivelano un restauro eseguito ai primi dei ‘900. La malta usata per la sua costruzione risulta durissima, a prova di scalpello, non soltanto per il normale processo chimico di disidratazione della calce viva, ma anche perché questa era impastata con una qualità di pozzolana arenaria altamente coibente, e la cui cava doveva trovarsi verso il Pian di Faiolo (da non confondersi però con quella arenaria gialla sfruttata e abbandonata in epoca più recente).
Da www.comune.montegabbione.tr.it

Chiesa di Maria SS. Assunta in Cielo

È l’attuale chiesa parrocchiale di Montegabbione. La prima pietra fu posta il 29 giugno 1873 da Mons. Antonio Briganti Vescovo di Orvieto ed i lavori vennero affidati all’arch. Nazzareno Biscarini di Perugia. Essa sorge in prosecuzione dell’antica cappella circolare e dell’annessa torre campanaria (forse un tempo facente parte del complesso del castello), ambedue in pietra viva, ed in parte poggia sull’antico cimitero (che è stato portato fuori le mura nel 1864). Alla fabbrica della chiesa contribuirono tutti i montegabbionesi, sia trasportando a braccia, ogni domenica, gran parte delle pietre occorrenti, sia versando, complessivamente in sei anni, circa lire 2.500. Sul “Corriere dell’Umbria” nel 1874 apparve anche una polemica tra Celestino Lemmi, che osteggiava la “fabbrica” (benché suo padre Costanzo fosse stato Presidente della commissione edificatrice) ed il sindaco Giovanni Duranti. Il pievano Luigi Galli la annotava nel suo diario del giugno 1874. Altre eco si ebbero su “La Frusta”, giornale politico morale dell’epoca. L’inaugurazione avvenne il I Ottobre 1876: bella e maestosa, in svelta architettura di stile bizantino, ornata di stucchi e di graziosi lavori in plastica di terracotta eseguiti con gusto squisito e raffinata precisione dagli artisti perugini Francesco Biscarìni e Raffaele Angeletti, si presenta grave e severa nella facciata anch’essa ornata in terracotta. All’interno vi sono tre altari, con mensa di pietra, in terracotta: l’altare maggiore, dedicato a Maria S.s.ma Assunta in cielo; l’altare di S. Giuseppe, patrono del comune di Montegabbione e l’altare di Maria S.s.ma. La manutenzione del primo spettava al parroco, quella del secondo al Comune e quello dei terzo alla Confraternita. In fondo alla chiesa v’è la cantoria, sopraelevata, con un organo a mantice, opera di Nicomede Agati di Pistoia che costò a quel tempo circa 1.500 Lire. Attigua alla chiesa parrocchiale vi sono la cappella del SS.mo Sacramento (già dedicata alla S. Rita) e la sacrestia. Accanto alla chiesa v’è attualmente un campanile in struttura di cemento, costruito negli anni cinquanta, in sostituzione dei vecchio completamente degradato e rivestito nel 1998 in mattoni simili a quelli della facciata della Chiesa.
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DINTORNI

Chiesa di Maria SS. delle Grazie

Sorge ai piedi del colle di Montegabbione: il titolo di questa chiesetta è tipicamente rinascimentale e tradisce chiaramente il suo carattere di tempio votivo; anche la linea architettonica esterna, a forma di croce latina, e la cupola cilindrica sono da considerarsi rinascimentali mentre, all’interno, altare maggiore e stucchi sono di derivazione barocca. Alla costruzione primitiva si aggiunsero, più tardi, sacrestia e abitazione: segno che andava acquistando una certa importanza come “santuario” locale. Di notevole interesse artistico l’affresco posto sopra l’altare maggiore, rappresentante una “Madonna del latte”, forse della scuola del Perugino. A questa chiesa era annesso il beneficio terriero della Collegiata, che si polverizzò nel secolo scorso a seguito delle leggi sull’incameramento dei beni ecclesiastici.
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Cappella del Camposanto

Sorge al centro della facciata del cimitero, sul piede di Montarale; e fu eretta dal Municipio nel 1864 e originariamente intitolata a S. Girolamo, dottore della Chiesa. Essa venne però demolita nel 1880 e ricostruita in stile con il nuovo cimitero, con cortina in lavoro laterizio arrotato e ornata in terracotta. Fu dedicata questa volta al Ss. Crocifisso e a S. Benedetto Giuseppe Labre, il pellegrino di cui si ricordava un prodigioso avvenimento nella chiesa, ormai in degrado, della Madonna del Carmine. L’interno della cappella è in stile latino, con grazioso altare in isola e piccolo presbiterio; nel mezzo vi è un sepolcro per gli ecclesiastici.
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Cappella di Sant’Anna

Recentemente restaurata, sorge sul pendio della collegiata, fu restaurata nel 1861 dal pievano Luigi Galli, che nel 1879 la completò con la costruzione di un altare. Fino a circa venti anni fa era annualmente meta di numerosi fedeli.
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Chiesa di Maria SS. delle Rose

Chiesa di Maria SS. delle Rose e’ il titolo dell’antica chiesa di Faiolo, di mediocre fattura, costruita ad intravatura con cavalloni, la cui erezione sembra essere avvenuta ex voto. Nel secolo scorso il patronato della chiesa era affidato alla famiglia Caravaggi ed annessi alla stessa erano due piccoli appezzamenti di terreno. All’interno v’è un solo altare sovrastato dall’affresco di una Madonna. Sulla destra, appena fuori dell’abside, v’è un altro affresco mariano, piuttosto sbiadito che può farsi risalire al secolo XV.
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Chiesa di San Lorenzo

Sorse a Montegiove nel 1245. Restaurata più volte serba le ultime tracce dell’antica origine nella bella porta a sesto acuto in alabastrina chiara e pietra scura con un grazioso meandrino a punta di diamante all’imposta dell’arco. Fiancheggiata da una torre campanaria che l’Arch. Misciattelli all’inizio di questo secolo intonò molto bene allo stile primitivo della chiesa, fu restaurata nel 1954. Nel restauro è stato tenuto in debito risalto tutto quanto poteva rimanere dell’antica chiesa. Conservato gelosamente il portale, ripristinata l’abside e le cappelle di fondo, riaperta nella facciata una bifora in luogo dell’occhio di cui non restava nemmeno una pietra, aboliti i quattro ingombranti altari fatiscenti e senza interesse artistico. Non è stato possibile ritrovare i due archi a sesto acuto che costituivano la struttura dell’abside antica.
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Cappella della Beata Angelina

Fu eretta dal Marchese Lorenzo Misciattelli, all’interno dei castello di Montegiove, all’inizio del XX° secolo, in onore d’Angelina dei Conti di Montegiove (nata nel 1357 e morta a Foligno nel 1435), fondatrice delle Suore Terziarie Francescane Regolari Claustrali, che fu proclamata beata da Leone XII nel 1825.
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Cappella della Madonna di Lourdes

Sorge sul pian di Borgone, ed è stata recentemente restaurata. Essa fu eretta da un’infermiera di nome Leonilde Frascarelli, nativa di Montegiove, alla fine del XIX secolo. Una semplicità francescana risulta nelle forme esteriori, unita ad una semplificazione geometrica ove il colore grigio delle pietre è in perfetta armonia con il verde delle querce circostanti. Reliquie e riconoscimenti riportati dall’infermiera nelle sue peregrinazioni tappezzano le pareti interne; sul fondale dell’abside si erge la statua della Vergine di Lourdes, all’interno di una grotta realizzata con piccole rocce raccolte nei torrenti circostanti.
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Madonna del Monte, San Pietro, San Giuseppe lavoratore

A breve distanza da Ierna, centro abitato situato nel distretto di Piegaro e noto nel medioevo come Villa Pratalenza, sulla via che conduce a Greppolischieto, esisteva fino a pochi decenni or sono una piccola chiesa denominata Madonna del Monte ed eretta molto probabilmente nel XV secolo: aveva pianta rettangolare, soffitto a capriate, unico altare dedicato alla Vergine, campanile a vela con una sola campana. Nella chiesa, di proprietà privata ma ad uso della comunità, si celebrava unicamente nei giorni festivi e nella ricorrenza delle principali solennità mariane. Nel giorno poi dell’Ascensione vi si celebravano offici di più messe, alle quali assistevano anche i numerosi fedeli che, per antica tradizione, vi si recavano in solenne processione da Ierna. Nel 1956 un fulmine si abbattè sulla chiesa ed il conseguente incendio determinò il crollo completo del tetto. Non potendo o non volendo i proprietari provvedere al rifacimento, la chiesa fu sconsacrata e, per venire incontro alle necessità dei fedeli della zona, con il contributo determinante del Ministero dei Lavori Pubblici, venne eretta nel 1959, in luogo più idoneo, cioè all’inizio del villaggio, una nuova chiesa, dalla linea architettonica semplicissima, dedicata a San Giuseppe lavoratore. L’edificio è a pianta rettangolare e a navata unica e presenta internamente un solo altare. Della solitaria e caratteristica chiesa della Madonna del Monte rimangono attualmente solo i ruderi.
Nel distretto parrocchiale di Ierna si trova perciò anche la chiesa di San Giuseppe lavoratore ed anche un’altra, quella di San Pietro: la prima è ubicata in località Pratalenza, la seconda si trova in località Vignaie ed è stata ristrutturata da Bruno Sargentini e ridotta a cappella privata.
Della chiesa di Madonna del Monte, fino a qualche anno fa, erano visibili i ruderi ma con il tempo anche l’ultimo sasso è stato portato via per necessità, credenza o superstizione. Non sono più visibili neanche le fondamenta in quanto si racconta che numerose persone nel corso del tempo abbiano scavato alla ricerca dell’oro; infatti si è tramandata la notizia che gli eremiti che abitavano nella zona possedessero numerose “piastrine d’oro”, “merenghe”, molti “soldi” che le persone andavano cercando. Territorialmente la chiesa della Madonna del Monte era costruita lungo la strada che congiunge Monte Arale a Montegiove all’incirca 100 metri dal crocicchio delle strade Monte Arale – Montegabbione e Monte Arale – Montegiove.
Da www.comune.montegabbione.tr.it

Recinto fortificato e necropoli di Poggio della Croce

Il recinto fortificato è situato a pochi chilometri da Montegabbione, sul Poggio della Croce, un rilievo di forma allungata, formato da due sommità arrotondate – una a 614 l’altra a 617 m. s.l.m. – unite da una sella centrale. Il recinto, che occupa la cima occidentale del poggio, ed ha un diametro di 25 metri, è composto da blocchi e lastre di calcare estratti localmente, sovrapposti a secco senza un ordine apparente, per uno spessore di circa 4 metri al culmine e di circa 5 metri alla base e con un’altezza presumibile di 7-8 metri. All’esterno del recinto inoltre, ad est di esso, un allineamento di pietre, con un curioso andamento a tenaglia: sorta di avancorpo limitatamente fortificato con entrata sul lato est, probabilmente successivo al vero e proprio recinto fortificato e che forse serviva da zona scoperta per il ricovero dei cavalli. Allo stato attuale si può ritenere che il recinto fortificato sia stato utilizzato con finalità di difesa e di controllo del territorio. Da qui infatti è possibile dominare le strade che collegavano Città della Pieve con Ficulle-Orvieto e quelle verso Piegaro, Montegiove, Marsciano e la valle del Tevere. Questo insediamento ebbe forse la sua maggiore importanza strategica nell’Alto Medioevo, presumibilmente nell’epoca delle guerre gotico – bizantine e nel successivo periodo dell’invasione longobarda, ma il sito deve essere stato utilizzato anche precedentemente. Lo scavo, compiuto dalla Soprintendenza Archeologica per l’Umbria nell’autunno del 1987, ha infatti portato alla luce un’armilla (braccialetto in bronzo) tardo-antica e pochi frammenti di ciotola di epoca protostorica.
La necropoli occupa la cima orientale del Poggio della croce. In quest’area sono emerse alcune tombe racchiuse all’interno di un’area recintata, caratterizzate da sepolture multiple, scavate nel terreno, rivestite da lastre di pietra, pavimentate da altre lastre e coperte da lastroni. In virtu’ di tali caratteristiche e di alcuni reperti emersi, come ad esempio una lucerna, frammentaria ma quasi interamente ricostruibile, con disco decorato di petali e croce sul beccuccio, di un tipo diffuso nel V-VI sec.d.C., imitazione locale delle lucerne c.d . “africane”, il complesso è attribuibile alla civiltà longobarda.
Da www.umbria.ws/montegabbione
www.casteldifiori.altervista.org/castellieri.htm

Castello e Torre di Castel di Fiori

Castel di Fiori, frazione di Montegabbione, è un piccolo borgo che al censimento del 2001 contava 16 anime ed oggi non più di 20. L’abitato dista circa 2 km da Montegabbione ed è a 540 m s.l.m., recentemente ristrutturato, mantiene intatto il fascino medievale. Nel 1350 sicuramente già esisteva il castello, che segnava i confini del territorio orvietano. Non doveva però costituire una buona “guardia” se i Signori di Orvieto nello stesso anno decisero di muovergli contro. Nel 1380 il castello fu oggetto di contesa tra i Montemarte e i Monaldeschi della Vipera da una parte e i Cervara dall’altra. Ma solo sette anni dopo il castello subì un parziale diroccamento a seguito di una guerra tra i Signori di Orvieto. Dodici anni dopo la storia si è ripetuta con danni più gravi sia per il castello che per la torre.
La Torre di Casteldifiori fa parte del complesso del castello, e risale ai primi dei 1200. Essa, per la posizione ai confini dei territorio orvietano, sorse e venne utilizzata come torre di avvistamento. Seguì le sorti del castello, rimanendo gravemente danneggiata sul finire del 1300. Un tentativo di restauro fu effettuato intorno al 1930, mentre un restauro più serio è stato effettuato sul finire del secondo millennio.
Da www.comune.montegabbione.tr.it
www.umbria.ws/montegabbione

La Scarzuola

La Scarzuola è una località rurale della frazione di Montegiove nel comune di Montegabbione. Si narra che nel 1218 vi dimorò San Francesco di Assisi costruendosi una capanna fatta con la scarsa, (pianta palustre, da cui il nome Scarzuola). Il Santo vi fondò un Convento piantando un alloro e una rosa e creando una fonte alla quale la gente porta ancora molta devozione. Successivamente, per ricordare l’avvenimento, i Conti di Marsciano vi fecero costruire una chiesa e successivamente un convento, entrambi affidati ai Frati Minori, che vi rimasero fino agli ultimi anni del Settecento, quando ne presero possesso i Marchesi Misciatelli di Orvieto. All’interno della chiesa si incontrano quattro Cappelle, due sfondate d’ugual grandezza, una di rimpetto all’altra, dedicate una al glorioso P.S. Francesco Stimmatizzato e a San Carlo Borromeo; e le altre due, una consacrata all’Immacolata e l’altra a San Pasquale Baylon. La Cappella poi dell’Altar Maggiore è tutta di pietra concia partitamente dorata, con sopra l’arme intagliata de’ Signori Conti di Marsciano dedicata alla Gloriosissima Vergine Annunziata. L’abside della Chiesa custodisce un affresco della prima metà del XIII secolo che ritrae S.Francesco in levitazione datato 1250.
Nel 1956 il complesso conventuale venne acquistato e restaurato dall’architetto milanese Tomaso Buzzi (1900-1981), che progettò ed edificò tra il 1958 e il 1978 a fianco del convento la sua Città Ideale, concepita quale “macchina teatrale”. La città Buzziana, che comprende un insieme di 7 teatri, ha il suo culmine nell’Acropoli: una montagna di edifici costituiti da una numerosa serie di archetipi che, vuoti all’interno e dotati di tanti scomparti come in un termitaio, rivelano molteplici prospettive. Una relazione di tipo iniziatico viene a stabilirsi tra il convento (città sacra) e le fabbriche del teatro (città profana), sovraccariche di simboli e segreti, di riferimenti e di citazioni. Ispirato all’Hypnerotomachia Poliphili di Francesco Colonna (1499), lo stile che meglio interpreta la sua lincenza è il neomanierismo che egli identifica: nell’uso di scale in tutte le direzioni, volute sproporzioni di alcune parti, un pò di mostri, affastellamento di edifici, di monumenti, che arriva ad un surrealismo, un che di labirintico, di evocativo, di geometrico, di astronomico, di magico.
Da www.comune.montegabbione.tr.it
www.umbria.ws/montegabbione
www.lascarzuola.com
www.museiprovinciaterni.it/context_musei.jsp?ID_LINK=584&area=47

Sistema Territoriale di Interesse Naturalistico-Ambientale Monte Peglia Selva di Meana S.T.I.N.A.

Il Sistema Territoriale di Interesse Naturalistico Ambientale (S.T.I.N.A.) Monte Peglia e Selva di Meana comprende tre aree naturali protette separate tra loro, ma tutte ricadenti in un ambito più vasto che è quello di pertinenza della Comunità Montana Monte Peglia e Selva di Meana. L’area più vasta è quella di Allerona-Selva di Meana, segue poi quella della Melonta-Bosco dell’Elmo, molto interessante sotto il profilo floristico-vegetazionale ed infine l’area protetta di San Venanzo, che comprende anche una zona vulcanologica. L’ambiente montano del Gruppo Peglia è caratterizzato da cerrete, ma anche da estese pinete; ricchissima è la flora calcolabile in oltre un migliaio di specie.
Da www.parks.it/parco.monte.peglia.selva.meana/index.php
www.umbria.ws/montegabbione

Castello di Montegiove

Il Castello di Montegiove si erge su un colle boschivo nel cuore della verde Umbria, al confine tra Orvieto e Perugia ed è uno dei castelli più antichi della regione. Venne eretto intorno al 1280 ad opera della Famiglia Bulgarelli, conti di Marsciano, e deve il suo nome all’esistenza di un tempio romano dedicato a “Iuppiter elicius” confermata dal rinvenimento di due teste votive in terracotta della divinità. Nel corso dei secoli la proprietà del castello passò per diverse mani, divenendo tra l’altro dimora della Beata Angelina, dei Monadelschi della Vipera e del celebre condottiero Gattamelata. Dal 1780 appartiene ai Marchesi Misciattelli che, unificando l’antico feudo e la proprietà del castello, lo adattarono a scopi agricoli.
Il complesso edilizio è stato dichiarato d’interesse particolarmente importante ai sensi della legge 1089/39 (legge Bottai) con decreto del Ministero dei Beni Culturali e Ambientali del 30 agosto 1994. Il complesso copre una superficie di circa 2600 mq e si sviluppa sulla sommità della altura, da cui prende la sua forma ovoidale con l’asse maggiore disposto secondo la direzione nord-sud. Esso mantiene ancora le sue caratteristiche di Borgo fortificato: con due torri laterali che dominano la vallata e un ingresso fortificato con ancora in vista le testimonianze di un ponte levatoio. All’interno delle mura si apre un vasto cortile con un pozzo centrale delimitato da due edifici a nord, dalla fattoria ad est e da una cortina di lecci ad ovest sistemati in forma geometrica a rafforzare la tipologia dello spazio concluso, tipico di tali insediamenti. Gli edifici attuali risentono dei vari interventi che si sono succeduti nel corso del tempo e il passaggio dalla fortezza alla tipologia residenziale.
Da www.castellomontegiove.com
http://www.ilcastellodimontegabbione.it/PagineIlGobbo/IlGobbo-CastelloMontegiove.htm

BIBLIOGRAFIA

  • AAVV, Un itinerari archeologico, Comune di Montegabbione, IV Rassegna dell’economia e della culura, Montegabbione, 1989.
  • Aisa C. Giambanco I. Lispi R. Sorcetti F., Studio anatomico dei resti scheletrici rinvenuti dalla Soprintendenza Archeologica per l’Umbria presso Castel di Fiori, Dipartimento di medicina sperimentale e scienze biochimiche Università degli studi di Perugia, Perugia, 1988.
  • Bruschetti P., Indagine archeologica su un recinto fortificato e su una necropoli presso Montegabbione, Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria, Perugia, 1988.
  • Caponeri M., a cura di, Statuto di Montegabbione, Deputazione di storia patria per l’Umbria, Perugia, 2012.
  • Luana Mencarelli, Ecomuseo, il museo del futuro. Un percorso attraverso le chiese rurali del Comune di Montegabbione (TR) , Tesi di Laurea, Università degli Studi di Perugia, aa 2008/2009.
  • Pasquini Ciurnelli M., Il santuario della Madonna delle Grazie in Montegabbione, Montegabbione, 2004.
  • Piselli D., Proposta di studio sulla comunità di Montegiove, Panoramica storica dal 1778 al 1869 con dettaglio dei monumenti del 1831, Montegabbione, 2015.