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San Venanzo

Frazioni e località: Ospedaletto, San Marino, Pornello, San Vito, Poggio Aquilone, Civitella dei Conti, Collelungo, Rotecastello, Ripalvella
www.comuni-italiani.it/055/030

IN CITTÀ

Chiesa di San Venanzio e Chiesa della Madonna Liberatrice

Interessanti sono i primi resti della chiesa di S. Venanzio ben visibile nel parco pubblico. Di valore artistico e devozionale è l’affresco della Madonna Liberatrice (sec. XIV) che si trova nell’omonima chiesa posta lungo la strada statale.
Da www.comune.sanvenanzo.tr.it/it/territorio_comunale/san_venanzo.html

Museo vulcanologico

Nel museo vulcanologico di San Venanzo, inaugurato nel 1999 ed ospitato all’interno di un antico edificio nel centro storico di San Venanzo, a poca distanza dall’ampio parco della Villa Comunale, sono presenti diverse collezioni di rocce e minerali oltre ad allestimenti museografici che guidano il visitatore lungo percorsi tematici. In una sala è allestito un antiquarium in cui è possibile ammirare i reperti archeologici di epoca etrusco-romana ritrovati nelle zona. Il Museo dedicato al vulcano è oggi un punto di riferimento per le scuole che desiderino approfondire lo studio delle rocce ignee, del metamorfismo e delle forme del vulcanismo, con l’apporto di docenti specializzati.
Il Museo Vulcanologico, nasce con il preciso intento di valorizzare l’area vulcanica sulla quale sorge San Venanzo, sottolineandone la singolarità e le caratteristiche di unicità. La visita si articola in due percorsi concettuali che coinvolgono la totalità del museo, scale comprese. Il primo, affronta la forza creatrice dei vulcani e spiega il significato delle eruzioni di San Venanzo in relazione all’evoluzione del nostro pianeta. Il visitatore è invitato ad approfondire la conoscenza dei fenomeni vulcanici, e degli effetti che questi hanno sull’uomo, l’ambiente, l’economia. Il secondo percorso riguarda la lunga storia della vita sulla terra: attraversando le sale, i diversi temi si traducono in allestimenti visuali ed interattivi che aiutano a comprendere quali fattori abbiano plasmato il paesaggio che ci circonda. Di particolare interesse, oltre alla Venanzite e alle splendide collezioni di minerali e fossili provenienti da tutto il mondo, è il cranio di “Mammuthus meridionalis” rinvenuto nei dintorni di San Venanzo e i resti ossei della “Breccia ossifera” pleistocenica del Monte Peglia, dalla quale emergono oltretutto utensili (choppers) ascrivibili al genere Homo erectus, Paleolitico inferiore.
Da www.umbria.ws/san-venanzo
www.parcomuseovulcanologico.com

Villa Faina e Parco pubblico

Villa Faina sorge in posizione elevata, all’interno del parco pubblico dell’abitato di San Venanzo, sui resti del castello medievale di cui rimangono tratti di mura, la torre campanaria della chiesetta, una grande vasca d’acqua chiamata “la piscina” ricavata dalle rovine della chiesa. Il nucleo originale della villa, costituito da un palazzo di epoca medievale, faceva parte integrante del borgo fortificato di San Venanzo e già nel 1830 apparteneva alla famiglia dei conti Faina che, svuotando il centro dai suoi abitanti, comprarono case e orti per costruire, prima una fattoria, poi il palazzo e il parco. L’ultima trasformazione risale alla fine dell’Ottocento e conferisce al complesso l’aspetto attuale. Dal 1962 la villa è proprietà del Comune.
Il palazzo dopo la costruzione dell’ala della serra, che si protende verso il tessuto urbano circostante, acquisisce un impianto a L. Il corpo principale si eleva su tre piani ed è caratterizzato sia dal portale bugnato in cotto sia dalle alte aperture circolari incassate in cornici quadrate. Il piano nobile è riconoscibile dalle alte finestre con parapetto in ghisa che sul retro divengono più ampie e cadenzate da robusti pilastri. Il corpo della serra presenta al piano terra finestre ad arco. Il trait d’union che lega tutte la facciate consiste nella presenza di una ricca decorazione costituita da cornici, modanature e fregi in laterizio che potrebbero essere ricondotti all’opera degli scultori perugini Raffaele Angeletti e Francesco Biscarini. All’interno, villa Faina è decorata sontuosamente con apparati decorativi che si suppone possano essere opera di mani diverse, come quelle di Annibale Angelini, Mariano Piervittori, Vincenzo Pasqualoni. Il verde al centro della corte delimitata dalle due ali del palazzo, è costituito da due grandi aiuole di cui una con fontana.
Il parco si sostanzia in un piccolo bosco: residuo ben conservato dei boschi spontanei dell’Umbria occidentale, adagiato sul versante nord ovest del colle. Bosco arricchito dai Conti Faina con piante esotiche e, ad oggi, cela completamente alla vista il complesso di edifici della villa, che viene segnalato all’esterno solo dalla torre dell’antico castello medievale, ancora presente nel giardino.
Attualmente Villa Faina ospita la sede del Consiglio comunale e un centro congressi.
Da www.umbria.ws/content/villa-faina-san-venanzo

DINTORNI

Il Parco Vulcanologico – Area naturale protetta inserita nello S.T.I.N.A.

Estesa poche decine di ettari, è stata creata per definire e delimitare una zona con caratteristiche eccezionali sotto il profilo geologico quale è l’area dei tre vulcani di San Venanzo e la colata lavica di Venanzite. Nonostante l’elevato pregio scientifico negli anni ’70 la Venanzite è stata estratta per ottenere inerti e ballast ferroviario. Lo svuotamento del corpo lavico ha messo in luce le intrusioni, le varie unità di flusso sovrapposte e canalizzate e dal 2004 l’area di cava è diventata la sede del Parco Vulcanologico all’interno del quale si snoda un suggestivo sentiero didattico.
L’area vulcanologica di San Venanzo si è sviluppata intorno a 3 piccoli vulcani (diametro di circa 500 mt ed altezza max 30 mt) attivi circa 265.000 di anni fa, precisamente il vulcano di San Venanzo, situato 500m a nord di Pian di Celle e composto da un tuff-ting asimmetrico con uno spessore di 30 m sormontato da un maar con un diametro massimo di 300m, dove oggi sorge l’omonima località di San Venanzo, quindi l’Anello di tufo di Pian di Celle, posto circa 800 metri a sud, e l’Anello di lapilli di Celli, circa a 500 metri a est di Pian di Celle.
Da www.parcomuseovulcanologico.com
www.umbria.ws/content/parco-vulcanologico

Sistema Territoriale di Interesse Naturalistico-Ambientale Monte Peglia Selva di Meana S.T.I.N.A.

Il Sistema Territoriale di Interesse Naturalistico Ambientale (S.T.I.N.A.) Monte Peglia e Selva di Meana comprende tre aree naturali protette separate tra loro, ma tutte ricadenti in un ambito più vasto che è quello di pertinenza della Comunità Montana Monte Peglia e Selva di Meana. L’area più vasta è quella di Allerona-Selva di Meana, segue poi quella della Melonta-Bosco dell’Elmo, molto interessante sotto il profilo floristico-vegetazionale ed infine l’area protetta di San Venanzo, che comprende anche una zona vulcanologica. L’ambiente montano del Gruppo Peglia è caratterizzato da cerrete, ma anche da estese pinete; ricchissima è la flora calcolabile in oltre un migliaio di specie.
Di particolare interesse naturalistico sono le frazioni di San Marino, con il bosco di Melonta, ed Ospedaletto che, ad 800 metri s.l.m., è il punto di maggior richiamo turistico del Comune. Le pinete, i parchi e la riserva faunistica sono meta continua di turisti. Nel parco dei Sette Frati, attrezzato per spettacoli e pic nic, è stato allestito un centro di documentazione naturalistica, meta del turismo didattico.
Da www.parks.it/parco.monte.peglia.selva.meana/index.php
www.umbria.ws/san-venanzo
www.comune.sanvenanzo.tr.it/it/territorio_comunale/san_venanzo.html

Castelli di epoca medioevale nel territorio comunale

Nel territorio comunale meritano di essere visitati di San Vito in Monte (dove si trova anche una sorgente di acque oligominerali), Civitella dei Conti, Ripalvella, Rotecastello, Poggio Aquilone, Pornello e Collelungo (dove si trova anche il Santuario della Madonna della Luce).
Da www.comune.sanvenanzo.tr.it/it/territorio_comunale/san_venanzo.html

 

BIBLIOGRAFIA

  • AAVV, Guida ai parche dell’Umbria: parchi regionali: Cucco, Colfiorito, Subasio, Trasimeno, Tevere, Nera, Stina, Monte Peglia e Selva di Meana, Parco Nazionale Monti Sibillini, Perugia, 2003.
  • AAVV, Il Monte Peglia polmone verde dell’Umbria: flora , fauna, funghi, Perugia, 1998.
  • AAVV, Sistema territoriale di interesse naturalistico ambientale (STINA) Monte Peglia e Selva di Meana, Perugia, 2003
  • Bizzarri C., Lo scavo di Poggio delle Civitelle a San Venanzo, in Atti del IX Convegno Internazionale di Studi sulla Storia e l’Archeologia dell’Etruria, IX. Perugia Etrusca 2001, Perugia 2002.
  • Damiani A. V. Mencarelli I. Piazzoli S., Studi sulla catena Preappenninica Umbra. La dorsale del Monte Peglia, 1990.
  • Meulen A. J., Middle Pleistocene smaller mammalas from the Monte Peglia, (Orvieto, Italy) with special reference to Plylogeny of Microtus (Arvicolidae, Rodentia), in Quaternaria : storia naturale e culturale del Quaternario, Roma, 1973.
  • Piperno M., The Monte Peglia Lithic Industry, Roma, 1972.
  • Venanzoni R. Gigante D., La vegetazione del comprensorio del Monte Peglia, Terni, 2005?.