Frazioni e località: Allerona Scalo, Palombara
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IN CITTÀ
Chiesa della Madonna dell’acqua
E’ una chiesa in stile settecentesco, dalla caratteristica forma ottagonale, costruita negli anni dal 1715 al 1723 su una preesistente cappella votiva del 1400 accanto ad una fonte d’acqua ritenuta prodigiosa. Il complesso, ad aula unica, è stato realizzato con i materiali reperibili in loco (pietra e cotto) e nella parte interna è arricchito da elementi architettonici eleganti e slanciati che ne fanno un monumento di rara signorilità e bellezza. Sull’altare maggiore è raffigurata una Vergine col Bambino, l’altare di destra è sormontato da una tela raffigurante S. Pasquale Baylon e S. Bernardino da Siena, quello di destra invece è dedicato a S. Domenico di Guzman.
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Palazzo comunale ed ex Dopolavoro
In Piazza Attilio Lupi si trova il Palazzo Comunale, costruito alla fine del 1800 secondo lo stile dell’epoca. Oggi vi trovano sede, insieme agli uffici municipali, l’ambulatorio medico, l’ufficio postale, la banca e la sede del Corpo Forestale dello Stato. Poco distante, proseguendo lungo Via Roma, troviamo l’edificio noto come “ex Dopolavoro”, che era la sede della Sezione locale del Partito Nazionale Fascista. La sua realizzazione ebbe inizio nel 1926, quando il Segretario Politico della Sezione del PNF di Allerona incaricò l’appaltatore Sig. Gregorio Canuti di provvedervi. Il Canuti, fra il 26 gennaio e il 24 febbraio 1926, progettò un edificio su due piani, uno al di sotto e uno al di sopra del livello stradale. Nel piano sottostante si sarebbe realizzato un solo locale aperto sul lato ovest da adibirsi ad uso di palestra; il piano sovrastante avrebbe invece compreso una sala per riunioni e feste e stanze di servizi e segreteria. Negli anni del secondo dopoguerra la sede del fascio fu trasformata nella parte superiore per ospitare le Scuole elementari; la parte inferiore divenne una sala per feste e riunioni pubbliche.
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Palazzo Visconteo e Mura castellane
Il Palazzo Visconteo è situato sulla destra della Chiesa di Santa Maria. Qui risiedeva il Visconte che esercitava il comando quando Allerona era un castello dei Monaldeschi.
Il Palazzo, oggi di proprietà privata, è stato ampliato e arricchito nell’età rinascimentale. Imboccando la Via del Poggio si possono scorgere molti angoli suggestivi, alcuni nascosti, per arrivare in Via della Madonnina, dal fondo della quale si possono ammirare tratti delle originarie mura castellane.
Al di là di questi resti, Allerona conserva ben visibile la caratteristica di struttura fortificata.
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Antico Ospedale dei poveri
All’angolo di via Centrale, si incrocia sulla destra via delle Fonti, percorrendo la quale si arriva alla piazzetta cosidetta del Fiore. In un piccolo stabile riconoscibile dal civico n° 3 ha avuto sede l’Ospedale dei Poveri, che dava rifugio a conforto a pellegrini, viandanti e nullatenenti. Fu eretto nel 1373, a seguito del testamento dei proprietari dell’immobile, ed ha svolto le proprie funzioni fino al 1739, quando fu sciolto per decreto del delegato dello Stato Pontificio che ne destinò tutti i beni terrieri all’Ospedale di Orvieto. Aveva due soli letti e, al piano superiore, una stanza riservata all’ospitalità del padre predicatore che veniva ad Allerona in periodo di quaresima.
Dalla piazzetta del Fiore si scorge, sulIa destra, la Porta della Luna che costituiva l’accesso secondario del Castello.
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Società di Mutuo Soccorso
Percorrendo la via Centrale, al civico n° 89 si trova la sede della Società del Mutuo Soccorso costituita nel 1872, in un’epoca in cui non si era ancora sviluppata l’assistenza e la previdenza, da un nucleo iniziale di diciannove alleronesi, divenuti negli anni centinaia, con lo scopo di sovvenire, attraverso la mutualità, ai bisogni dei propri soci in caso di malattia o di impossibilità al lavoro. La Società ha effettuato anche il servizio del credito gestendo una Cassa di Depositi e Prestiti poi confluita nella Cassa di Risparmio di Orvieto. Messa in disparte durante il periodo fascista, la Società ha ripreso a funzionare nel 1946 per alleviare i disagi arrecati ai soci dalla seconda guerra mondiale e per venire in contro ai bisogni di carattere economico e morale dei più indigenti.
Ha definitivamente cessato le proprie attività intorno al 1970.
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Porta del Sole
La Porta del Sole costituiva l’accesso principale all’antico castello feudale nel Medioevo, quando Allerona era un importante baluardo del Comune di Orvieto verso Chiusi, soggetto alle famiglie Monaldeschi che fecero erigere la roccaforte nel 1275, collocandola su una rupe naturale e difendendola alla sua destra con la costruzione di un fossato. Della tipica costruzione del castello medievale Allerona conserva ancora oggi la struttura, ben riconoscibile nelle mura perimetrali e nelle porte d’accesso al borgo antico, denominate Porta del Sole e Porta della Luna. Tra il 1494 e il 1495, durante la discesa in Italia, mentre era diretto alla conquista del regno di Napoli Carlo VII giunse sotto la Rupe di Orvieto e, non avendo ottenuto libertà di passaggio e viveri, con il suo esercito saccheggiò e distrusse tutto il territorio circostante, compreso il castello di Allerona. Il borgo castellare seppe tuttavia risorgere in fretta, tanto che meno di un secolo dopo, nel 1585, la Comunità si era riorganizzata con un proprio Statuto da cui sono desumibili, ancora oggi, gli aspetti civili, giuridici, economici, sociali e religiosi della vita cittadina.
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Chiesa di Santa Maria Assunta
La chiesa plebana dedicata a S. Maria Assunta risale al XII secolo e da quel periodo fu a capo del piviere di Allerona inserito all’interno del contado orvietano. La chiesa, ad unica navata, è stata profondamente ristrutturata negli anni dal 1892 al 1897 su invito dell’allora vescovo di Orvieto Mons. Antonio Briganti e su disegni dell’architetto orvietano Paolo Zampi. L’abside è completamente decorato a tempera con scene di vita della Vergine Maria eseguite dal pittore senese Arturo Viligiardi nel 1896. Dello stesso autore sono anche le pitture della Cappella del Patrono S. Ansano, completamente restaurate. L’interno è adorno di terrecotte decorative fra cui spicca il pulpito, le finestre sono realizzate in fine alabastro.
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Chiesa di San Michele Arcangelo
La Chiesa di San Michele Arcangelo è situata tra Via Roma e Via del Poggetto. La costruzione ha origini antiche come quelle di S. Maria Assunta (XII sec.) e vi era eretta la parrocchia che aveva la cura delle anime dei cittadini abitanti fuori dal perimetro delle mura castellane nelle campagne circostanti. Nel corso dei secoli ha subìto numerose ristrutturazioni.
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Museo dei Cicli Geologici
Il Museo dei Cicli Geologici, nato da un progetto del Comune di Allerona in collaborazione con il CAMS (Centro Ateneo per Musei Scientifici) dell’Università di Perugia e con la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria, è stato istituito nel 2003 e documenta la storia geologica dell’Umbria sud-occidentale. Vi si conservano fossili marini pleistocenici e altri reperti geologici e botanici provenienti dal territorio intorno Allerona. Il museo nasce con l’obiettivo di sviluppare e implementare tanto la ricerca sui reperti fossili quanto la divulgazione scientifica, la didattica, l’educazione ambientale rivolgendosi a tutta la comunità locale, regionale e non, infine, contribuire a potenziare una nuova forma di ecoturismo già avviatosi nell’area. E’ Centro di Documentazione del territorio in cui i visitatori possono trovare informazioni, ampliare le proprie conoscenze ed apprezzare la storia di questi luoghi e toccare i “documenti naturali”: i fossili di molluschi, ricci, coralli, pesci, plancton ed altro che sono le tracce dell’antico mare pliocenico; in particolare i due scheletri di cetacei rinvenuti nel 2003 e nel 2007 nell’area di “Monte Moro”– un adulto ed un “cucciolo” – sono oggetto di interesse per la comunità scientifica mondiale. Il museo promuove ricerche scientifiche, programmi di educazione ambientale ed escursioni tematiche sul territorio, in collegamento con il Laboratorio Ambiente Distrettuale della scuola di Allerona.
Da www.beniculturali.it/mibac/opencms/MiBAC/sito-MiBAC/Luogo/MibacUnif/Luoghi-della-Cultura/visualizza_asset.html?id=152959&pagename=57
museoallerona.blogspot.it
Museo dei Pugnaloni
Il pugnalone è un carretto non motorizzato, tipico di Allerona, trainato dal costruttore. Con questo termine vengono, però, anche designati i pungoli, attrezzi agricoli utilizzati nell’aratura a forma di sottile bastone con, ad un’estremità, un raschietto e, all’altra, un punteruolo. Il museo espone anche costumi dell’Ottocento e fotografie.
Da www.museiprovinciaterni.it/context_musei.jsp?ID_LINK=496&area=47
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DINTORNI
Villa Chaen
Villa Cahen sorge sul crinale del monte Rufeno, in una magnifica posizione panoramica sulla riva del Paglia opposta a Torre Alfina. La Villa fu costruita nel territorio del Comune di Allerona nel 1880 dal ricchissimo finanziere di Anversa Edouard Cahen, il quale, innamorato dell’Italia e dei suoi paesaggi, aveva acquistato dalla nobile famiglia dei Bourbon del Monte la tenuta che si estendeva per una trentina di chilometri di circonferenza tra un crinale e l’altro della valle del fiume Paglia nella zona ora nota con il nome di Selva di Meana. La villa ha una forma esterna sobria ed elegante, nello stile dell’epoca, il Liberty, affermatosi durante l’ultimo quarto del 1800, quando da poco si era formata l’Italia come stato nazionale e la preoccupazione dichiarata degli uomini di cultura più in vista era quella di sollecitare la nascita di uno stile rappresentativo dell’unità raggiunta, in concomitanza per di più con il progresso industriale che in quel periodo produceva e utilizzava nuovi materiali per l’edilizia. Cahen volle rispettare le tendenze del suo tempo, in cui si faceva strada la presa di coscienza da parte di nobiltà e borghesia di essere al vertice di un’ascesa economica e di un prestigio che permetteva loro di potersi qualificare come casta dominante purchè le fosse data una riconoscibilità di gusto e cultura.
La struttura esterna della Villa è esaltata dalle superfici candide delle pareti cui aggiungono note di colore le persiane, le modulazioni degli aggetti e soprattutto il corpo ben funzionale della torretta. Il passaggio dall’esterno all’interno della Villa è sottolineato dalla varietà dei rapporti luminosi, dalla luce piena dell’esterno alla penombra fresca dell’andito, da dove si comincia a scoprire il mobile gioco delle luci e delle ombre che si riflettono su ambienti ricavati con estrema pulizia di forma e nitore geometrico. La Villa è distribuita su vari piani: un piano seminterrato adibito a magazzini e locali per i servizi elettrici e termici, un piano terra per le sale da studio, da ricevere e da pranzo ampie e signorili, un terzo piano per le camere da letto e loro annessi riservati ai proprietari, un ulteriore piano per le stanze da letto per la servitù. Temi importanti della costruzione appaiono, oltre alla già ricordata torretta in muratura, i numerosi particolari interni delle decorazioni a stucco, i vetri policromi, quasi come segni di una vivissima partecipazione affettiva dell’architetto e del costruttore, dell’arredatore e del proprietario tutti ugualmente mossi dall’ambizione di dar vita a nuove formule architettoniche che fossero specchio e simbolo di una nuova classe dominante.
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Giardini di Villa Chaen
La caratteristica particolare e affascinante di Villa Chaen è costituita dal giardino, ricco delle più varie specie arboree e erbacee, anche rarissime, che il proprietario faceva arrivare dai luoghi più lontani. Più che un giardino l’area esterna a villa Chaen può definirsi come un vero e proprio “museo del giardino” poiché è organizzata in più giardini tematici ed è questo che dà particolare valore per rarità e precocità di realizzazione, al complesso. Altre particolarità sono costituite dalla limonaia e dalle serre per la protezione delle piante durante l’inverno. Recentemente è stato restaurato anche il giardino giapponese posto, nel parco, tra il giardino all’italiana e le serre.
L’immagine del giardino è stata modellata con quell’esigenza che muove gli animi a ricreare la natura secondo le varie poetiche del giardinaggio, facendo sì che si costituisca come oggetto di contemplazione vissuta. Una natura modellata come opera d’arte nella disposizione di alberi e piante, fiori e prati, con l’ornamento aggiuntivo di statue e mormorio di ruscelli e scrosciar di cascate, dove i colori e le luci e il canto degli uccelli offrono un tutto armonico per la contemplazione di chi vive il giardino vivendo nel giardino.
Da www.comune.allerona.tr.it www.umbria.ws/allerona
Area archeologica di Sant’Ansano
L’area archeologica di Sant’Ansano – sita poco fuori l’abitato di Allerona, nell’omonima località – è costituita da resti di costruzioni ad esedra e tutt’intorno da una abbondante ceramica di superficie di epoca romana del primo e secondo secolo d.C. Spiccano in particolare due monumenti funerari di epoca romana situati lungo un’antica strada. Uno di questi è stato trasformato in una cappella dedicata a Sant’Ansano, martire e patrono di Allerona.
Tale chiesa è documentata per la prima volta nel 1288, e già nel 1573 si trovava in grave stato di degrado. Da ciò che resta si ricava che l’edificio, oggi allo stato di rudere, era di modeste dimensioni, con la zona absidale ricavata appunto sfruttando una pre-esistente struttura romana. Nell’abside rimangono traccia di un affresco e tre tombe sottostanti un probabile presbiterio rialzato.
La stessa località rivela cospicue tracce di altre presenze di età romana, come tombe ad inumazione con protezione di tegole, pavimenti e opere di canalizzazione di una sorgente d’acqua, che fanno pensare alla presenza di una villa o di edifici direttamente legati all’utilizzo pratico o di culto della sorgente. Nell’estate del 2013 su iniziativa del Comune di Allerona l’area è stata interessata da una campagna di scavi eseguiti dagli allievi del College americano St. Anselm sotto la guida del professor David George, con il coordinamento tecnico scientifico dell’archeologo Claudio Bizzarri, presidente del Parco Archeologico dell’Orvietano.
Da www.umbria.ws/content/area-archeologica-di-sant-ansano-allerona www.comune.allerona.tr.it
San Nicolò della Meana
A circa 4 km. dall’abitato di Allerona Scalo si trova l’antico borgo di San Nicolò della Meana, proprio al centro di una tenuta che fu acquistata nel 1273 dal vescovo di Orvieto, che ne rivendette o affittò le terre agli abitanti del posto.
A lungo fu mantenuta ricca e adorna la chiesa intitolata a San Nicola da Bari, impreziosita da pitture ormai completamente distaccate, fra cui spiccava una delicata Madonna con Bambino opera di Sinibaldo Ibi.
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Sant’Abbondio
È il nome di un ameno colle che sovrasta l’abitato di Allerona Scalo. Vi è situata la chiesa omonima già menzionata nei documenti storici del 1200 e appartenuta ai Canonici della Cattedrale di Orvieto.
Sono stati gli abitanti di Sant’Abbondio e quelli di Meana, confluiti negli anni lungo l’asse ferroviario, a costituire il primo nucleo attorno al quale si è progressivamente sviluppato l’agglomerato urbano che oggi si estende fra i due antichi borghi.
La chiesa di S. Abbondio è stata restaurata di recente per opera dei cittadini di Allerona Scalo.
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San Pietro Aquaeortus
San Pietro Acquaeortus, piccolo borgo a 8 km. a nord di Allerona in direzione di Fabro, prende nome dal latino aquae ortus = sorgente d’acqua, in riferimento a una sorgente d’acqua che, secondo la leggenda, sarebbe scaturita miracolosamente sul luogo durante il passaggio di San Pietro apostolo, in viaggio per Roma dopo lo sbarco a Pisa durante il suo secondo ritorno in Italia. La sorgente sarebbe scaturita per permettergli di battezzare alcuni nuovi cristiani. Dal 1038 vi ha avuto sede un’abbazia governata secondo la regola benedettina, che fu unita nel 1247 a quella di Abbadia San Salvatore. I monaci vi risiedettero fino alla metà del 1600. La loro opera, specie nei primi secoli del loro insediamento, risultò di vitale importanza non solo sotto il profilo religioso, ma anche per le preziose attività di bonifica dei terreni e della regolazione idrica del corso dei fiumi e dei torrenti alle quali furono dediti.
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Sistema Territoriale di Interesse Naturalistico-Ambientale Monte Peglia Selva di Meana S.T.I.N.A.
Il Sistema Territoriale di Interesse Naturalistico Ambientale (S.T.I.N.A.) Monte Peglia e Selva di Meana comprende tre aree naturali protette separate tra loro, ma tutte ricadenti in un ambito più vasto che è quello di pertinenza della Comunità Montana Monte Peglia e Selva di Meana. L’area più vasta è quella di Allerona-Selva di Meana, segue poi quella della Melonta-Bosco dell’Elmo, molto interessante sotto il profilo floristico-vegetazionale ed infine l’area protetta di San Venanzo, che comprende anche una zona vulcanologica. L’ambiente montano del Gruppo Peglia è caratterizzato da cerrete, ma anche da estese pinete; ricchissima è la flora calcolabile in oltre un migliaio di specie.
Da www.parks.it/parco.monte.peglia.selva.meana/index.php
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Parco di Villalba
Area boschiva di oltre 20 ha. È situata ad una altitudine fra i 600 ed i 700 metri ed è stata destinata dalla Comunità Montana a parco attrezzato. All’interno del bosco sono state realizzate numerose strutture (baita con annesso servizio di ristorazione, servizi igienici, spazio per manifestazioni ed intrattenimenti di vario genere, piazzole con panche e tavoli, punti fuoco, sentieri) ben armonizzate con l’ambiente circostante ed adatte a soddisfare le esigenze di coloro che, specialmente durante il periodo estivo, si recano al parco per trascorrervi una giornata immersi nella natura. L’area, situata al confine con la Riserva Naturale di Monte Rufeno e all’interno della vasta foresta demaniale della Selva di Meana – area naturale protetta inserita nello Sistema Territoriale di Interesse Naturalistico e Ambientale Monte Peglia e Selva di Meana, istituito dalla Regione dell’Umbria con Legge n° 4 del 13/01/2000 – presenta caratteristiche di elevato pregio dal punto di vista ambientale ed è ricompresa in una vasta area destinata a Parco Interregionale. I boschi, avviati ad alto fusto, sono caratterizzati prevalentemente dalla presenza di specie quercine, con altre specie sporadiche o rare, ma comunque significative quali aceri, frassini, faggi e castagni. Tra gli arbusti è possibile annoverare la rara frassinella, mentre si segnalano numerose orchidee selvatiche, di cui sono state censite oltre trenta specie diverse proprio all’interno del parco.
Ricca è anche la fauna con la presenza di ungulati, predominante quella del cinghiale, ma significative anche quelle di daini e caprioli, numerosi sono poi i rapaci.
Da www.inorvieto.it/it/scegli/itinerari_naturalistici/anello_di_villalba.html
www.parchiattivi.it
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BIBLIOGRAFIA
- AAVV, L’uso didattico-scientifico delle specificità territoriali, Convegno Seminario Museo dei Cicli Geologici 7 maggio 2003, Istituto Scolastico Comprensivo Orvietano-Alleronese, Allerona, 2005.
- Abbondanza R., Allerona e il suo statuto del 1585, traduzione a cura di Abbondanza R., Deputazione di storia patria per l’Umbria, Perugia, 2010.
- Farnesi L. Urbani C., Note storiche e religiose sulla Chiesa della Madonna dell’Acqua, Todi, 1995.
- Urbani C., L’ospedale dei poveri in Allerona: 1373 – 1739. Appunti di storia locale, Allerona, 1997.
- Urbani C., La chiesa plebana di S. Maria Assunta in Allerona: appunti di storia, arte e pietà, Allerona,1997.
- Urbani C., La Socieà di mutuo soccorso in Allerona, 1872/1972: appunti di storia locale, Città di Castello, 1994.
- Urbani C., Le confraternite alleronesi dal XVI al XIX secolo, Perugia, 2008.
- Urbani C., S. Ansano martire: nella storia e nella tradizione religiosa, Perugia, 1992.
- Urbani C., San Pietro Aquaeortus: profilo storico di un’abbazia e dei suoi ordini monastici, Allerona, 1998.